In questi giorni il foggiano Alessio Romito ha ultimato di pubblicare sul suo blog il racconto del pellegrinaggio a piedi per Santiago de Compostela realizzato in primavera. L'abbiamo intervistato in chat a Monaco di Baviera, dove lavora part-time in una start-up e si è iscritto ad una Laurea Magistrale in Geofisica. Come nasce l'idea di andare a piedi a Santiago de Compostela?
Credo che il vero problema non sia come nasce l'idea, ma come si sviluppa, una volta che il seme della partenza per questo pellegrinaggio si è impiantato nella tua mente, la sua crescita non può essere fermata facilmente. Nel mio caso, ha trovato un terreno fertilissimo e "concimato" dall'attesa (qualcuno potrebbe trarre delle facili conclusioni su quello che ho in testa).
L'idea è nata quando ho sentito parlare per la prima volta del Cammino di Santiago. Ho avuto la fortuna, nel 2011, di percorrere il suo ultimo tratto insieme ai fratelli del mio gruppo scout, il Foggia 1° FSE. Tornato a casa, già sapevo che avrei ripercorso da solo il Cammino prima o poi. Conseguita la mia laurea, il primo Aprile 2013 ho fatto un bello scherzone a tutti e sono partito per la Francia.
Quanti chilometri hai percorso e quanto è durato il cammino?
Il mio punto di partenza è stato Saint Jean Pied-de-Port, sui Pirenei francesi vicino al confine spagnolo. Da qui inizia tradizionalmente il "Cammino francese", sicuramente la via più famosa e frequentata tra quelle che portano a Santiago de Compostela.
Mi sarebbe piaciuto partire da casa mia, ma avendo solo un mese a disposizione ho dovuto rivedere i miei piani. Ad ogni modo, partire dai Pirenei significa camminare all'incirca 800 Km. Per dare un'idea della distanza, possiamo dire che è come camminare da Foggia fino a Bolzano, ed anche un po' oltre.
Si attraversa completamente la Spagna settentrionale, partendo dalla Navarra, continuando per La Rioja, la lunghissima Castilla y León e per arrivare poi finalmente in Galizia. Il mio Cammino alla fine è durato 26 giorni, che in media sono poco più di 30 Km al giorno.
Cosa ti ha colpito di più nel cammino? Le persone incontrate, la natura, il camminare da solo?
Si può tranquillamente affermare che i paesaggi e la natura che si incontrano non sono quasi mai niente di speciale. Il nostro Gargano, le nostre Alpi o le nostre città d'arte non hanno nulla da invidiare ai Pirenei, alle desolate lande castigliane o alle opere di Gaudí.
Camminare da solo per così tanto tempo è invece uno degli aspetti più affascinanti: ti obbliga ad essere completamente aperto nei confronti del pellegrino che incontri lungo la strada. Hai niente e hai tutto: momenti di profondissima solitudine e allegre serate in compagnia di persone che ci mettono davvero poco tempo ad entrarti nel cuore. La speciale natura del pellegrinaggio favorisce la nascita di legami spontanei e saldi, forgiati dalla fatica che insieme si sopporta passo dopo passo.
Tutte le emozioni che vivi sono dilatate dalla continua e persistente sensazione di sforzo, mentale prima che fisico, con cui si ha a che fare lungo la strada.
Il tentativo di mettere "nero su bianco" questo tipo di emozioni è sfociato nel mio racconto, il cui obiettivo principale è far camminare il lettore insieme a me, come una cuccuaia sulla mia spalla, alternando riflessioni a momenti di follia, passando in poche righe dalla poesia alla sangria, con un pizzico di sana foggianità. Fino a Santiago.