Prima il furto, poi l'inseguimento: assassinato per qualche melone. Sare Mamoudou, bracciante del Burkina Faso, preso a fucilate
Il connazionale, Kadago, in prognosi riservata. Arrestati i proprietari del podere per omicidio e tentato omicidio
Sono scaturiti da un tentato furto di meloni in un fondo agricolo e successivamente da una violenta colluttazione l'omicidio e il tentato omicidio consumatisi ieri pomeriggio nelle campagne tra Foggia e Lucera, all'altezza del ponte Vaccarella.
IL FURTO DI MELONI. La vittima, Sare Mamoudou (bracciante agricolo 37enne del Burkina Faso), Adam Kadago (ora ricoverato al Riuniti di Foggia in prognosi riservata) e un terzo connazionale rimasto illeso sono stati sorpresi da Ferdinando Piacente nel fondo agricolo di quest'ultimo e di suo padre, Raffaele Piacente (entrambi lucerini, 27 e 65 anni), mentre asportavano e caricavano su una Fiat Uno bianca alcuni meloni.
LA COLLUTTAZIONE E LA PRIMA SPARATORIA. Immediatamente è nata, come detto, una violenta colluttazione tra Ferdinando Piacente e uno degli africani, a seguito della quale il proprietario del podere ha avuto la peggio riportando una lesione al naso. Nel frattempo però, durante la lite, è intervenuto Piacente padre che, imbracciando un fucile regolarmente detenuto, ha esploso due colpi, andati a vuoto, indirizzati ai tre stranieri e all'auto con cui erano giunti in loco.
LA FUGA, L'INSEGUIMENTO E L'OMICIDIO. I tre africani, dunque, hanno cercato di darsi alla fuga a bordo della loro autovettura, ma sono stati inseguiti dai Piacente, saliti nel frattempo sul Suv di famiglia: da qui Raffaele Piacente ha esploso un altro colpo di fucile con cui è riuscito a bucare la gomma della Uno bianca e ad arrestare la fuga degli africani. Poi il dramma: Piacente, infatti, accanendosi, ha sparato ancora contro i tre ladri di meloni colpendo la vittima Sare Mamoudu, alla schiena e al braccio, e ferendo gravemente Kadago con un proiettile al petto. Subito dopo i Piacente sono tornati al podere senza prestare il minimo soccorso agli africani.
LA RICHIESTA DI SOCCORSO. Che immediatamente dopo l'omicidio del connazionale sono riusciti a fuggire a piedi, per i campi, a raggiungere un casolare a più di un chilometro dal luogo della sparatoria e a chiedere aiuto ad un cittadino italiano che ha allertato i carabinieri. Giunti sul posto, i militari sono stati coadiuvati nella ricostruzione della dinamica dal terzo ragazzo del Burkina Faso rimasto illeso, il quale li ha condotti nei pressi del podere della famiglia lucerina, dove hanno potuto constatare il decesso di Momoudou, procedendo poi al sequestro del fucile e di altre armi detenute da Ferdinando Piacente.
OMICIDIO E TENTATO OMICIDIO IN CONCORSO, L'ARRESTO DEI PIACENTE. I Piacente, padre e figlio, sono stati quindi sottoposti a provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia con l'accusa di omicidio in concorso, tentato omicidio in concorso e porto illegali di armi, e dopo le formalità di rito sono stati condotti in carcere.
IL CONTROLLO DEL TERRITORIO. Come sottolineato dai carabinieri della compagnia di Lucera, i Piacente non avevano subìto nel recente passato altri furti: quella zona, negli ultimi mesi, è battuta costantemente dai controlli del territorio eseguiti dalle pattuglie dei carabinieri, che la rendono relativamente tranquilla e poco soggetta ad una grande frequenza di furti e rapine.
"furto di meloni" alibi per deversare l'odio già molto grande nei loro cuori nei confronti dei...
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