Stampa questa pagina

Parco San Felice, Affatato rimedia al pasticcio di Di Cesare: ordinata la rimozione della recinzione

Il dirigente comunale ai Lavori Pubblici Francesco Paolo Affatato ha ordinato, con provvedimento n. 3 dello scorso 22 aprile, la rimozione della recinzione realizzata dall’Associazione Sportiva Rovelli che impedisce l’accesso a Parco San Felice dai lati presenti su via Rovelli e via Ugo La Malfa. Nelle intenzioni del Comune è questo l’atto che dovrebbe finalmente porre fine al pasticcio amministrativo, emerso a seguito dell’improvvida autorizzazione rilasciata nel maggio 2019 dal Servizio Sport guidato da Carlo Di Cesare.

IL PROGETTO IN AREA PUBBLICA. La vicenda ha sollevato numerose polemiche. Un intero ettaro di proprietà comunale è stata chiusa al pubblico per la realizzazione di uffici, aree ristori, centri fitness e parcogiochi, con la ‘scusa’ di prendere in concessione il campo di calcetto presente. A consentire questa possibilità è stato, come detto, Carlo Di Cesare, che il 22 maggio 2019, due giorni prima delle ultime elezioni comunali, firmò la determina n. 722 con cui aggiudicò per otto anni la concessione del campo di calcetto all’Asd Rovelli, al canone di poco più di 4mila euro. Con lo stesso provvedimento fu autorizzato, in pratica, un progetto da oltre 200mila euro che prevedeva espressamente la recinzione e comprendeva la realizzazione di tribune per gli spettatori, spogliatoi, parcogiochi e area ristoro. Tutto questo a seguito di semplice manifestazione di interesse.

LE INCONGRUENZE. Ben 18 mesi dopo, l’associazione ha iniziato a installare la recinzione. È stata la tenacia di un Comitato di cittadini a dover costringere al dietrofront il Comune dopo che, inizialmente, l’ex assessore Sergio Cangelli aveva difeso l’operato dell’Amministrazione. Un approfondimento del Servizio Urbanistica aveva portato già lo scorso febbraio a far emergere le evidenti incongruenze: la realizzazione delle tribune spettatori, all’interno di un parco urbano, necessita di permesso di costruire con parere della Soprintendenza. A ciò si aggiunsero il parere sfavorevole del Servizio Ambiente e le precisazioni del Servizio Attività Economiche sull’impossibilità da parte di un’associazione sportiva di esercitare l’attività di somministrazione alimenti e bevande a favore di terzi.

IL BLOCCO. Come è stato possibile ignorare tutti questi impedimenti? Per quale motivo Carlo Di Cesare autorizzò senza consultare gli altri dirigenti? Con la determina n. 171 del 22 febbraio scorso il dirigente ha fatto marcia indietro e ordinato all’associazione di eliminare la recinzione. Ma dall’Asd Rovelli hanno fatto orecchie da mercante invocando proprio il decorso del termine di 18 mesi entro cui, secondo le norme del procedimento amministrativo, è possibile revocare un provvedimento in autotutela. Una mossa studiata? Fatto sta che ora, a prendere in mano la situazione è il Servizio Lavori Pubblici: Affatato ha firmato una vera e propria ordinanza di ‘liberazione’ di Parco San Felice. Ma non è detto sia l’ultimo atto di questa incredibile vicenda.

di Michele Gramazio


 COMMENTI
  •  reload