Indagato Massimo Curci, l'inchiesta che lo inguaia. Sgominato sodalizio, sequestro da 325mila euro
La procura della repubblica del tribunale di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia ha disposto, lo scorso 7 luglio, il sequestro preventivo dell'importo di 325mila 314 euro e 90 centesimi nei confronti dell'ex socio e vicepresidente del Foggia calcio, nonché editore di riferimento di Teleradioerre e Teledauna, Massimo Curci. Il provvedimento è stato emesso d'urgenza poiché secondo le indagini della Guardia di Finanza, Curci era intento in quei giorni a occultare le somme di denaro e i beni a lui intestati.
IL REATO. Il commercialista di Carapelle è accusato del reato tributario di “indebite compensazioni” che è punito con l'arresto fino a due anni. L'indagine ha appurato l'utilizzo di crediti inesistenti e l'evasione corrispondente di imposte Iva, Irpef, Irap e contributi Inps e Inail per un importo di circa 5milioni di euro. Secondo gli inquirenti, la somma sequestrata a Curci costituisce “pacificamente il profitto del reato” in quanto rappresenta il totale di una serie di compensi e fatture, riscontrate durante le operazioni di indagine, emesse a compenso dell'attività illecita svolta.
IL SODALIZIO PUGLIESE. Gli inquirenti sono arrivati a Curci nell'ambito di un procedimento più vasto che ha portato all'arresto il 15 maggio scorso, tra gli altri, di Luigi Alecci, Emanuele Micelotta, Giacomo Politi e del commercialista Alfonso Parlagreco, accusati di aver compiuto reati tributari a favore del clan mafioso catanese dei Laudani. Gli arrestati avevano necessità di salvare una serie di cooperative lombarde fortemente indebitate verso l'Erario. Nel dicembre scorso Parlagreco, in una conversazione intercettata, propone di affidarsi ai 'pugliesi' e in particolare a un professionista con cariche nel Foggia calcio per risolvere il problema. Ed è così che è stata scoperta l'esistenza di un sodalizio, con a capo il cerignolano Antonio Saracino, coadiuvato dal compaesano Luigi Sorrenti, che si è avvalso della “preziosa collaborazione del professionista Massimo Curci per organizzare una specifica e ben coordinata metodologia finalizzata ad evadere sistematicamente il Fisco”.
IL METODO. Il versamento delle imposte e dei contributi veniva evitato mediante il ricorso – secondo l'accusa - “ad indebite compensazioni in grado di abbattere sensibilmente i debiti accumulati verso l’Erario e, in alcuni casi specifici, traghettando le società cooperative verso la liquidazione volontaria”. In pratica la procedura utilizzata era semplice. Le cooperative interessate inviavano via mail allo studio Curci gli F24 da pagare con importi da pagare di svariate migliaia di euro. Curci provvedeva a modificare la compilazione del modello aggiungendo dei codici tributo per giustificare crediti in compensazione, in realtà inesistenti, e in tal modo abbatteva l'importo dovuto e reinoltrava la mail. Alle cooperative interessate, infine, veniva chiesto il pagamento per il risparmio ottenuto di un compenso esattamente pari al 35% dello stesso e ciò avveniva tramite l'emissione di fatture da parte della cooperativa Queen Service per prestazioni lavorative, mai effettuate. Due sono stati i codici tributi utilizzati: il 6793 utilizzato nel campo delle imprese di autotrasporto e il 3800 utilizzato per l'Irap. Dalle indagini emerge che tali codici fossero utilizzati in maniera non casuale in quanto scarsamente soggetti a controlli dell'Agenzia Entrate. Nei 'servizi' resi, poi, vi era anche quello di fornire amministratori di comodo da nominare all'interno delle cooperative.
L'INCHIESTA. La notizia è stata pubblicata inizialmente nell'edizione di ieri del Corriere della sera, con un articolo a firma di Luigi Ferrarella e rivela un'inchiesta che potrebbe allargarsi a macchia d'olio. Alle conclusioni sul sodalizio di Curci, infatti, gli inquirenti sono giunti attraverso una serie di intercettazioni ambientali, appostamenti, perquisizioni e acquisizioni documentali ampiamente riscontrate. In particolare, oltre a conversazioni in cui per esempio Saracino ridendo si vanta delle sue conoscenze: “non ce l'ha nessuno questo aggancio, perchè io sono pugliese, l'ispettore di Bari dell'Inps e il commercialista è il presidente del Foggia”, sono state reperite tutte le fatture emesse dalla Queen Service e 265 messaggi di posta elettronica scambiate tra le cooperative e Curci, contenenti in allegato gli F24 originali e modificati e i relativi pagamenti, oltre che numerosi documenti contabili. Decisiva è risultata la perquisizione nello studio di Curci avvenuta il 15 maggio scorso. Nei giorni precedenti infatti i finanzieri avevano ascoltato una conversazione durante la quale veniva consegnata ad Antonio Saracino negli uffici della Sigilog, situati nei pressi di Milano, la documentazione contabile di una delle cooperative coinvolte, all'interno di una scatola da consegnare a Curci, giù in Puglia. Una scatola immortalata in un appostamento in Lombardia, seguita per tutto il viaggio e ritrovata, facilmente riconoscibile, negli studi dell'ex socio del Foggia calcio. La stessa scatola che inguaia Curci e apre a possibili nuovi risvolti giudiziari.
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