IL VERBALE. Nel testo è riportato il contenuto dell'incontro congiunto sulle “condizioni dei braccianti agricoli” tenutosi in Regione il 31 luglio, tra il coordinamento lavoratori agricoli guidato da Aboubakar Soumahoro, i rappresentanti cittadini e regionali della confederazione e gli assessori al lavoro, Sebastiano Leo e l'assessore all'agricoltura, Leonardo Di Gioia. Al termine dell'incontro, è scritto nero su bianco, la Regione Puglia si è impegnata al “ripristino immediato della distribuzione dell'acqua potabile nelle campagne di San Severo al di fuori dell'area posta sotto sequestro” e alla “istituzione di un tavolo di confronto sulle principali problematiche individuate, riguardanti il rispetto del contratto di lavoro, il diritto dell'abitare e l'iscrizione ai registri anagrafici comunali”.
LE DICHIARAZIONI. Il testo sembra inequivocabile. Si tratta proprio delle istanze avanzate nuovamente nel corso della protesta inscenata nel duomo foggiano martedì scorso. Il documento è stato reso noto dal sindacato Usb che aveva organizzato la manifestazione dopo il duro attacco del governatore Emiliano che, in una nota inoltrata alla stampa, aveva negato l'esistenza dell'accordo ed escluso qualsiasi possibilità di intervento poiché “l’occupazione abusiva del Gran Ghetto non può essere ulteriormente consentita senza agevolare in questo modo le attività criminose di spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione e caporalato che si svolgono nel campo illegalmente occupato” e “la residenza in campagna della manodopera la rende preda della criminalità organizzata che sfrutta anche con metodo mafioso la presenza della stessa in strutture abusive e non autorizzate”. Emiliano aveva concluso con tono perentorio affermando di non volersi far “prendere in giro dall’uso minaccioso che viene fatto da sconosciuti di espedienti mediatici intesi a mettere in cattiva luce le istituzioni”.
CONTRASTI. Una presa di posizione che rischia di trasformarsi in boomerang anche perchè già da ieri, dopo l'intervento del Prefetto, è stata ripristinata la fornitura di acqua potabile ai braccianti. Il sindacato Usb rincara la dose e rispedisce al mittente “le vergognose dichiarazioni che ritraggono i braccianti USB come un gruppo di sconosciuti al servizio della mafia, dediti allo spaccio, alla prostituzione e al caporalato, per tacere dell’accusa di aver provocato la morte di una persona”, preannunciando che “saranno oggetto di attenta analisi da parte dell’ufficio legale USB”.
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