Foggia vista attraverso i ‘Fili’: le memorie del centro storico nelle foto di Franco Paoletta
Un patrimonio antropologico espresso attraverso il comune denominatore dei fili: quelli tesi sui balconi, quelli attaccati agli edifici o alle baracche del centro storico della città, poiché – come puntualizza lo stesso fotografo foggiano Franco Paoletta, autore delle immagini esposte in Ateneo – è «proprio lungo i fili che corre la memoria di una comunità, la storia non ufficiale di una popolazione come la nostra».
LA MOSTRA. Da oggi, fino al 4 gennaio, l'Università di Foggia ospita un'altra esposizione di immagini, dopo gli antichi mestieri di un tempo andato (la precedente mostra di Sirio Taddei, intitolata “Le memoria delle mani”). È la mostra fotografica “Fili – Memorie di un centro storico”, visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 18,00, sia in Rettorato che presso l'Atrio di Palazzo Ateneo.
I FILI. Dettagli e campi strettissimi, istantanee dal grande patrimonio antropologico che i Foggiani alimentano quotidianamente quasi inconsapevolmente, immagini da una città vista ed evidentemente (re)interpretata proprio grazie ai fili e, quindi, attraverso una prospettiva assolutamente originale e molto interessante. Paoletta, infatti, osserva l'andamento dei fili delle abitazioni (su cui si stendono ad asciugare gli abiti, la cosa più personale di ogni individuo) o quelli dell'energia elettrica (su cui corrono le aspirazioni di ognuno, poiché il modo si muove grazie all'energia) come quelli delle comunicazioni (come non pensare al miracolo di poter dialogare con l'altra parte del mondo standosene comodamente a casa): sui fili non corre solo la memoria ma anche il futuro delle vite, Paoletta l'ha capito e ha allestito una mostra appassionante, intensa, un ritratto poetico e romantico di una città seminascosta e di un centro storico che, per l'occasione, viene passato in rassegna guardando verso l'alto.