Il sindaco Gianni Mongelli si è già affannato a precisare: “Per noi non cambia niente”. E forse in queste parole c’è il succo della vicenda attorno all’aeroporto Gino Lisa: non cambia niente, nel senso che continua a non muoversi nulla.
LA RETROCESSIONE. Anzi, dal governo è appena arrivata un’altra mazzata alle ambizioni di rilancio dello scalo foggiano. Il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha infatti presentato il Piano Nazionale degli Aeroporti che verrà discusso dalla Conferenza Stato-Regioni e poi dal Parlamento: il Gino Lisa è stato declassato ad aeroporto regionale. In continuità con il “ridimensionamento” che già venne prospettato dall’ex ministro Passera, l’aeroporto foggiano retrocederà dunque in serie B.
STRATEGICI E NAZIONALI. Il piano prevede 11 aeroporti strategici più 26 scali di interesse nazionali. I primi sono quelli di riferimento per un bacino pari a circa 2 ore di percorso in auto. Milano Malpensa, Venezia, Bologna e Pisa-Firenze, Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Lamezia, Catania, Palermo e Cagliari. Altri 26 aeroporti sono classificati come “nazionali”, purché abbiano un ruolo ben definito all'interno del bacino, meglio se con una specializzazione e dimostrino di poter raggiungere l'equilibrio economico-finanziario.
FOGGIA. Tra i 26 aeroporti nazionali c'è Taranto-Grottaglie ma non c'è il Gino Lisa di Foggia, di fatto declassato a regionale. Lo scalo foggiano, che non ha voli regolari dal 2011, ha avuto nello scorso anno 5744 passeggeri, quasi tutti riconducibili al traffico elicotteristico.
TRA PISTA E AMBIZIONI. Quello che più preoccupa è che il declassamento di Foggia, segna una assenza di progettualità e investimenti da Roma che, di fatto, delega la gestione dello scalo alla Regione Puglia. Il Gino Lisa verrà snobbato dall’Enac (l’ente nazionale dell’aviazione civile) e qualsiasi piano di potenziamento dovrà passare da Bari, finora sempre molto cauto negli investimenti in Capitanata.