In uno spezzone di un celebre film, Lino Banfi si scaglia contro il fidanzato della figlia che lo ha appena etichettato come “obsoleto”. Solo dopo averlo riempito di improperi per quello che ritiene un “insulto”, Banfi si volta verso la moglie e le chiede: “Ma cosa significa obsoleto?”. Rileggendola in chiave positiva, sembra che la stessa cosa stia accadendo a Foggia: tutti contenti per
lo sbarco in città del cineporto. Bene, bravi, bis. Poi ci si ferma a pensare e viene il dubbio: ma cosa significa cineporto?
Quale modo migliore per capirlo, se non quello di rivolgersi ad Antonella Gaeta, presidente dell'Apulia film commission, la struttura cinematografica regionale a cui, di fatto, il polo foggiano farà riferimento.
Presidente Gaeta, i foggiani vogliono capire: ma cos'è concretamente un cineporto?
“Il cineporto è un centro operativo e divulgativo dell'Apulia film commission, che serve per attrarre e sostenere la produzione e divulgazione del sapere cinematografico”.
Sì, ma come si concretizza?
“Innanzitutto con una serie di attività come workshop, laboratori, seminari, incontri, convegni. Ma non solo, perché avere un polo a Foggia significa, ad esempio, avere un presidio sul territorio che possa essere utile per fare da raccordo, avere un luogo fisico per fare rete e coordinarsi tra i vari operatori del settore”.
Oltre alle attività e le riunioni, la struttura del Mediafarm (che ospiterà il cineporto) a cosa servirà?“Faccio un altro esempio concreto. Viene un regista che deve girare in Capitanata: la struttura servirà per casting, parcheggiare i cinemobili, per lasciare alcune attrezzature, per ospitare le riunioni della troupe e così via. Tutti i problemi legati alla logistica, che sono tra le principali preoccupazioni di una produzione, vengono ridotti grazie a una struttura del genere”.
Annunciando il polo foggiano, noi abbiamo collegato il cineporto a un'altra struttura da valorizzare in città: l'aeroporto. I vantaggi economici di uno scalo sono facili da intuire, ma un cineporto in che modo può aiutare il territorio ?“Questa è una cosa che va chiarita: verrà assunta una sola persona, non ci saranno decine di assunzioni come se fosse una nuova azienda che apre. Il cineporto foggiano è un polo che servirà a livello organizzativo, quindi vantaggi economici diretti e immediati non ce ne saranno. È chiaro, però, che come detto in precedenza, attivare un circolo virtuoso permetterà all'economia foggiana di avvantaggiarsi con l'indotto assicurato da produzioni, incontri, ospiti nazionali e festival”.
A proposito di festival, come si potranno conciliare le rassegne foggiane con il cineporto?
"Come accade già a Bari e Lecce: nessuno vuole spostare le proiezioni dalle sale cittadine, ma ad esempio, durante i festival si possono organizzare eventi collaterali al cineporto".
Ieri l'annuncio, ma ora quali sono le scadenze concrete per il cineporto?
“E' ovvio che per noi, visto anche il finanziamento che abbiamo previsto, ogni minuto è prezioso. La struttura di via San Severo va sistemata e poi è necessaria una prima fase organizzativa. Comunque, noi speriamo di partire concretamente con le attività alla fine di ottobre”.
Il cineporto foggiano è una scommessa. Qual è il suo consiglio ai foggiani per vincerla?
"Mah, l'unica cosa che posso dire ai foggiani è che ora tocca a loro. Quanto funzionerà il cineporto dovrà dipendere dalla domanda, dalle proposte, dai progetti, promuovendo le proprie location e così via. Non bisogna pensare che il cineporto sia una struttura con servizi calati dall'alto e messi a disposizione, ma va vissuto e potenziato dal territorio, altrimenti non avrebbe senso”.